Contro Corrente di Taghreed Najjar

Storia di una ragazza “che vale 100 figli maschi”

Recensione di Alessandra Amorello

La tragedia che si sta consumando a Gaza affonda le proprie radici in una più antica storia di prevaricazioni e a rimetterci sono sempre degli innocenti. Nel corso del tempo, le restrizioni su Gaza hanno impoverito il territorio sconvolgendo le vite dei palestinesi residenti in questa striscia di terra.

Fra le innumerevoli situazioni di disagio, qualche anno fa l’allora tredicenne Madleen Kulab si fa carico del sostentamento della propria famiglia divenendo la prima pescatrice sulla striscia di Gaza. La storia di Madleen ispira la scrittrice giordano-palestinese Taghreed Najjar, che nel 2013 pubblica per la casa editriceAl Salwa il romanzo per giovani adulti Sitt al-Kull, tratto dalla coraggiosa vicenda di questa giovane palestinese. Nella versione originale il libro è illustrato dalla siriana Gulnar Hajo e proprio nel 2013 appare tra i finalisti del premio Etisalat dedicato alla letteratura araba per l’infanzia. In Italia viene pubblicato da Giunti Editore nel 2018 con il titolo “Contro corrente. Storia di una ragazza “che vale 100 figli maschi”, la traduzione dall’arabo è di Leila Mattar.  

Nel romanzo, la vita della protagonista Yusra è colpita da due disgrazie: la morte del fratello maggiore Saleh, causata dall’esplosione di un missile israeliano e l’incidente del padre Abu Saleh all’interno di un tunnel. Visti i divieti, gli abitanti di Gaza hanno scavato dei tunnel per assicurarsi il cibo e ogni altro bene di prima necessità. Essi costituiscono la principale via di comunicazione per la sopravvivenza di Gaza.

 La famiglia di Yusra è in gravi condizioni economiche. Abu Saleh ha sempre provveduto al sostentamento di tutti grazie alla sua attività di pescatore, ma adesso a causa dell’infortunio non è più in grado di farlo, né può delegare alcuna persona. Ma Yusra è caparbia e tenace e non ci sta a elemosinare cibo e tè dai vicini, così un giorno, ritornando dalla spiaggia dove si trova la barca del genitore, La migliore (da cui il titolo originale del libro Sitt al-Kull) intuisce di dover prendere lei stessa il posto del padre. La ragazza è mossa da un senso di orgoglio e di rivalsa nei confronti della sua terra: “Io non sto con una parte o con quell’altra, io sto con la Palestina”[1], con riferimento alle due principali fazioni palestinesi Fatah e Hamas.  

Consapevole dell’audacia di tale scelta, Yusra mette in atto un piano per restaurare La migliore, nascondendo al padre le sue vere intenzioni. Ad aiutarla ci sono Abu Ahmad, un pescatore amico di Abu Saleh, e altri amici fra cui Da’ad, una ragazza dalla personalità ribelle e As’ad, amico del defunto fratello Saleh. Con un grande sforzo, i ragazzi riescono a riportare a nuova vita l’imbarcazione. Poi, per fare una sorpresa ad Abu Saleh, che deambula su una sedia a rotelle, costruiscono una passerella per consentirgli di poter andare in spiaggia e vedere la barca. La sorpresa riesce bene e Yusra sente di potergli finalmente rivelare il suo progetto di uscire a pescare nel mare di Gaza, in attesa che il fratello minore Jamil possa prendere il posto del genitore.  

All’inizio il padre esprime la propria riluttanza: pescare è una prerogativa maschile, come avrebbe potuto Yusra uscire in mare, sfidando tutte le convenzioni sociali? Ma Abu Saleh sa che la figlia “vale cento figli maschi” e che “la barca portava il suo nome perché La migliore era lei”. Alla fine Yusra, sostenuta da amici e familiari, diventa la prima pescatrice di Gaza, contro corrente.

Per seguire la figlia, Abu Saleh comincia a frequentare la spiaggia grazie alla passerella. Un giorno tutti i pescatori sono lì a seguire le vicende della Freedom Flotilla, la nave di attivisti trasportante aiuti umanitari ed altre merci, nel tentativo di violare il blocco di Gaza…tutti sono in guardia, anche con largo anticipo dato che la nave è ancora all’inizio del viaggio. “A Gaza infatti, la gente si metteva timorosamente in allerta in largo anticipo. Le esperienze passate avevano insegnato loro che, in qualsiasi momento, il rumore assordante di un aereo da guerra poteva scuotere la quiete del giorno e dare inizio a un nuovo attacco. A Gaza, dove non si è mai al sicuro, il senso d’ansia e d’attesa erano normali”[2].

Quel giorno Yusra si spinge più al largo sperando di poter fare una buona pesca, ma una nave pattuglia israeliana la ferma con l’accusa di aver oltrepassato il limite consentito. Questo blocco le causa tanta rabbia e la ragazza si sente “rubata del suo mare”. Il problema del confine entro cui poter pescare rappresenta un ostacolo per la popolazione di Gaza. Secondo gli Accordi di Pace di Oslo firmati nel 1993, i palestinesi hanno accesso alla pesca fino a 20 miglia nautiche al largo della costa. Tuttavia, tale limite spesso si restringe e le motovedette israeliane aprono il fuoco sui pescatori in caso di violazione.

Il coraggio e l’audacia di Yusra non passano inosservati alla stampa straniera sul territorio, ma Abu Saleh manifesta dello scetticismo nei confronti dei giornalisti:

“Che vantaggio avremmo? Scrivono di noi, simpatizzano con noi, ma restiamo sempre nella stessa situazione a causa dell’assedio, della povertà e dell’instabilità”[3].

Alla fine, l’incontro con una giornalista apre nuove prospettive e la vita a Gaza sembra continuare. Nonostante sia “la più grande prigione del mondo” c’è ancora chi non riesce a smettere di sognare. Yusra come Madleen incarna la speranza, entrambe sanno che ognuno è in grado di forgiare il proprio destino, persino a Gaza.

Taghreed Najjar, fondatrice della casa editrice Al Salwa nel 1996, è una pioniera della letteratura araba per ragazzi. Le sue opere, che spaziano dagli albi illustrati per la prima infanzia ai romanzi per giovani adulti, si basano su temi che riguardano la realtà delle bambine e dei bambini in un’ottica sociale.

Partendo dalla Palestina la Najjar tratta temi universali, esprimendo i sogni e i sentimenti delle nuove generazioni. In Contro Corrente l’autrice affronta principalmente le condizioni di chi vive confinato a Gaza. La Palestina fa da sfondo ad altri romanzi della scrittrice come Luġz ‘ein al-ṣaqr (Il mistero dell’occhio di falco – 2014) e Liman haihi al-dumya? (Di chi è questa bambola? – 2019), entrambi pubblicati da Al Salwa e non ancora tradotti in italiano. Nel primo caso raccontando l’avventura del diciassettenne Ziad l’autrice tratta l’argomento della Nakba; nel secondo caso la diciassettenne americana Arwa parte alla ricerca di una bambola misteriosa, finendo per scoprire la storia della propria famiglia.

Al seguente link è disponibile la nostra intervista all’autrice.


[1] T. Najjar, Contro corrente. Storia di una ragazza “che vale 100 figli maschi Roma, 2018, traduzione Leila Mattar, pag. 25.

[2] T. Najjar, Contro corrente. Storia di una ragazza “che vale 100 figli maschi, op. cit., pag. 107.

[3] T. Najjar, Contro corrente. Storia di una ragazza “che vale 100 figli maschi, op. cit., pag. 115.

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