Non aprire questo libro! Un libro per Natale di Fatima Sharafeddine

Recensione di Alessandra Amorello

Natale si avvicina e aumenta il desiderio di accoccolarsi sotto l’albero a raccontare storie.

Nel leggere Non aprire questo libro! della Sharafeddine ho avuto la sensazione di immergermi nella magica atmosfera di questo periodo speciale.

A dispetto del titolo, che potrebbe suggerire una certa riluttanza nell’approcciarvisi, questo testo porta a riflettere su una serie di situazioni paurose e comuni nell’immaginario collettivo, invitando il piccolo lettore ad affrontarle con coraggio.

Il libro è scritto dalla pluripremiata autrice libanese Fatima Sharafeddine e pubblicato in Italia da Gallucci per la collana Gallucci Kalimat, nata in collaborazione con Kalimat Group per favorire il dialogo tra i bambini e le bambine del Mediterraneo.

Illustrato dall’artista iraniana Fereshteh Najafi e tradotto da Elisabetta Bartuli, il libro è consigliato a bambini dai 4 anni, e va benissimo anche per i più grandi.

L’edizione con cofanetto cartonato, sfogliabile al seguente link, è molto particolare. Il libro a fisarmonica – un tipo di formato chiamato a leporello – si presta a una lettura in avanti e all’indietro; la semplicità del testo bilingue arabo/italiano è particolarmente adatta ad attività laboratoriali.

La doppia resa del libro a fisarmonica collega due storie diverse, due possibili scenari: sul fronte si legge Non aprire questo libro! e la storia racconta cosa potrebbe accadere aprendo il libro, ovvero potrebbe esserci un gigante, un orco, un alieno, un leone affamato, un lupo…tutti personaggi appartenenti alla sfera dei “cattivi”; sul retro invece Apro questo libro ma non vi trovo eroi o eroine venuti a salvarmi dai mostri cattivi incontrati prima. Si dischiude una storia totalmente diversa, che sa di arance, di pane caldo e odora di sapone…scopro un luogo dove rifugiarsi quando si ha paura, un luogo ineguagliabile, insostituibile, ovvero la propria casa, la propria famiglia.

Con l’ausilio di immagini altamente evocative, dove a predominare è il colore rosso, il piccolo fruitore si trova a condurre un viaggio attraverso le proprie paure, alla scoperta del proprio coraggio; egli può sondare le proprie debolezze, che sono rappresentate da personaggi malvagi e crudeli, e infine comprendere che la propria forza è data dall’appartenere a una casa, a una famiglia, a una cultura ben precisa.

Nel ricercare un rifugio la protagonista/autrice rievoca i ricordi dell’infanzia attraverso un’esperienza sensoriale: “il profumo delle arance gonfie di succo saporito”, “il profumo della menta che il vicino ha raccolto per fare il tè” e quello “dell’henné che decora le mani della nonna”, una serie di odori e sapori caratteristici della terra da cui proviene.

Sono quindi le nostre radici che ci rendono forti e invulnerabili. Tutto ciò che esiste al di fuori della nostra casa, il mondo esterno, va affrontato con coraggio perché le nostre origini ci trasformano in esseri audaci e invincibili.

Fra il caldo abbraccio di una famiglia in festa, quale migliore storia da raccontare ai bambini e alle bambine in occasione del Natale?

Per approfondire:

La nostra intervista a Fatima Sharafeddine

Link del libro

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