Fonte: https://arabicfiction.org/en/node/2178
Traduzione dell’articolo di Antonino d’Esposito
Il rabdomante di Zahran al-Qasmi ha vinto il 21 maggio l’International Prize for Arabic Fiction (IPAF) 2023. Il romanzo, pubblicato da Rashm, è stato dichiarato vincitore di quest’anno dal presidente dei giudici, Mohammed Achaari, nel corso della cerimonia tenutasi Abu Dhabi e trasmessa anche in streaming online. Oltre all’assegnazione del premio di 50.000 USD, l’IPAF metterà a disposizione finanziamenti per la traduzione in inglese de Il rabdomante e al-Qasmi può aspettarsi di vedere il suo romanzo internazionalmente riconosciuto, anche grazie al conseguente aumento di vendite dovuto alla vincita.
Mohammed Achaari, presidente della giuria 2023, ha dichiarato:
Il rabdomante di Zahran al-Qasmi esplora un argomento nuovo per la narrativa moderna: l’acqua e il suo impatto sull’ambiente naturale e sulla vita degli esseri umani in regioni ostili. Sfumando i confini della realtà e del mito, la struttura precisa del romanzo e il linguaggio poetico mettono in scena personaggi avvincenti come il rabdomante, che svolge un ruolo essenziale nella vita delle persone, ma allo stesso tempo ispira loro paura e repulsione. Il rabdomante ci trasporta nel mondo, poco conosciuto nel romanzo arabo, dei letti dei fiumi e degli aflaj (canali d’acqua) dell’Oman, mostrando come le forze naturali influenzano il rapporto tra individui, ambiente e cultura.
Il professor Yasir Suleiman, presidente del consiglio della fondazione, ha detto:
Radicato nel suo ambiente socio-ambientale, Il rabdomante scava nel tessuto sociale della società di un villaggio dell’Oman che vive la sua vita in balia del flusso e riflusso sotterraneo dell’acqua. Impigliato negli incidenti della sua vita, il rabdomante vive le calamità della sua comunità, soffrendo della natura tumultuosa dell’acqua come forza ambientale. Il romanzo porta il lettore in un mondo dominato dalla vulnerabilità e da visioni del mondo preconfezionate. Scritto in un linguaggio squisito, con diffuse cadenze locali, il romanzo affascina il lettore con il suo flusso narrativo e il suo slancio poetico.
Ambientato in un villaggio dell’Oman, il romanzo racconta la storia del rabdomante, Salem bin Abdullah, impiegato dalla comunità per trovare e rintracciare sorgenti nascoste nelle profondità della terra. Al centro c’è l’aflaj, il sistema di irrigazione che è indissolubilmente legato alla vita del villaggio omanita ed è fonte di ispirazione per molte storie e leggende. al-Qasmi esplora contemporaneamente sia le qualità vivificanti dell’acqua, sia il suo potenziale forza di pericolo e morte, con siccità e inondazioni. Tutta la vita di Salem è segnata da un profondo legame con l’acqua: sua madre è annegata e suo padre è stato sepolto quando la copertura di uno dei canali è crollato. Per vocazione, l’indovino stesso finisce imprigionato in un canale d’acqua, e lotta per la propria vita. Nel suo significato arabo del termine, un “narratore” è qualcuno che, letteralmente, “innaffia” le persone e soddisfa la loro sete; il romanzo ripristina questa funzione originaria.
Un’altra forza importante nella storia di Salem sono i personaggi femminili. In un’intervista per il sito web del Premio, al-Qasmi ha spiegato: “Storicamente, le donne hanno dato vita all’umanità; hanno avviato il cambiamento nelle civiltà e nell’agricoltura; hanno causato molte importanti trasformazioni storiche. Quindi, in questo testo, ho cercato di concentrarmi su come le donne hanno anche provocato i cambiamenti della vita del protagonista”.
Zahran al-Qasmi è un poeta e romanziere dell’Oman, nato a Dima Wattayeen nel 1974. Prima de Il rabdomante (2021), ha pubblicato tre romanzi: La montagna dell’albero di barbaforte (2013), Il cecchino (2014) e Fame di miele (2017) – oltre a dieci raccolte di poesie, la raccolta di racconti Biografia della pietra n.1 (2009) e il saggio Biografia della pietra n. 2 (2011).
al-Qasmi è il primo autore omanita a vincere l’IPAF.
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