Articolo di Federica Pistono
Umayma ʻAbd Allah al-Khamis è una scrittrice saudita, nata a Riyadh nel 1966. Si è laureata in Letteratura araba all’Università di Riyadh e ha studiato Letteratura inglese a Washington. Ha lavorato come insegnante e direttrice del Dipartimento dei media educativi presso il Ministero dell’Istruzione, prima di diventare scrittrice a tempo pieno, a partire dal 2010. Dal 1993, ha pubblicato quattro raccolte di racconti. Il suo primo romanzo al-Bahriyat (Donne di mare) è apparso nel 2006. È stato ristampato sette volte e un’edizione speciale è stata pubblicata in Egitto. Il suo secondo romanzo, al-Warīfah (L’albero frondoso), del 2008, si è classificato nella long list IPAF del 2010. Il romanzo La visita di Saja è stato pubblicato nel 2013. Il suo romanzo più recente, Masrà al-Gharānīq fī Mudun al-ʻAqīq (Il viaggio delle gru nelle città di agata), del 2017, ha vinto la il premio Medaglia per la letteratura Naguib Mahfouz nel 2018, si è classificato nella long list IPAF del 2019, ed è stato tradotto in inglese con il titolo The Smuggler.
L’autrice ha pubblicato numerosi libri per bambini che sono stati tradotti in altre lingue. Al-Khamis scrive una rubrica settimanale sul quotidiano Elaph.
L’albero frondoso.
Il romanzo tratteggia il ritratto di una giovane donna saudita e delle difficoltà che incontra nella realizzazione personale e professionale.
Jawhara lavora come pediatra in un ospedale nel centro di Riyadh, dove conosce Adrienne, una collega europea, che le apre un nuovo mondo con le sue storie. La vicenda si dipana tra la vita personale della protagonista, nel suo rapporto con la famiglia, nell’ambiente chiuso della casa, e quella professionale nell’ambito lavorativo, completamente diverso. Destreggiandosi tra la dimensione pubblica e quella privata, Jawhara vive i suoi sogni ad occhi aperti, ritagliandosi una sorta di doppia vita.
Il lavoro nell’ospedale centrale non salva il personaggio da una vita privata triste e confusa, sospesa tra sogno e realtà. Il matrimonio con Talal è naufragato in breve tempo, a causa della mancanza di esperienza e dell’educazione bigotta della giovane donna. Questo fallimento ha innescato diversi tentativi di cercare di catturare la felicità. Jawhara è convinta che la realizzazione sul piano affettivo possa essere raggiunta solo attraverso “l’altro”, un uomo o un’amica. Il legame con l’altro assume fondamentale importanza nella sbiadita vita interiore della protagonista. Le diverse persone che ha conosciuto nel passato e che incontra nel presente, il marito, i colleghi dell’ospedale, un medico di Toronto, sono tutte lontane dal suo modello ideale. La pediatra ritiene, infatti, che, nella visione del mondo di questi uomini, rigida ed egocentrica, non ci sia abbastanza spazio per lei, e per le donne in generale. Jawhara sente di doversi adattarsi a un modello troppo stretto e limitante per lei. I tentativi di conoscere persone nuove sono condotti in un’atmosfera di segretezza, colpa e paura. Lo stato d’animo generale in cui la donna cerca di concretizzare tali relazioni è percepito come troppo soffocante e opprimente.
Lo spazio pubblico – quello dell’ospedale e dell’ambiente di lavoro in genere –crea paradossalmente un mondo privato, tutto interiore, in cui la protagonista vive le sue fantasticherie. L’ospedale è considerato un luogo “felice”, che le offre il vantaggio di mescolarsi con gli altri, di confrontarsi con un mondo più grande, ma non è certo privo di regole e condizioni. Mentre le colleghe, Kariman e Adrienne, seguono con determinazione il proprio progetto di vita, Jawhara, che pure nutre ammirazione e stima per entrambe le donne, indugia continuamente ai confini tra sogno e realtà. In altre parole, Jawhara ha sempre desiderato essere decisa, come le colleghe, nell’affrontare la vita. Tuttavia, la maggior parte delle volte le sembra di essere imprigionata da invisibili catene, costituite in parte dai condizionamenti sociali, in parte da paure e incertezze, che le impediscono di trasformare i suoi sogni in realtà. Le fantasticherie e i desideri infantili, come per esempio quello di diventare una ballerina, rappresentano la strategia della protagonista per fronteggiare un ambiente severo e pressante, e soprattutto ostile alle donne. Alla ricerca di un’impossibile felicità, Jawhara si ferma sulla frontiera che separa il sogno dalla realtà, incapace di attraversarla, ovunque si trovi, a casa, in ospedale, o in macchina, dove può togliersi il velo dal viso.
Poiché tali confini, sia pur immaginari, non vengono mai varcati, la vita della protagonista è destinata a rimanere in un limbo, e i suoi sogni a occhi aperti a restare uno schermo che la divide dal resto del mondo.
L’opera s’incentra, dunque, sulla condizione femminile in Arabia Saudita, come molti altri romanzi sauditi a firma femminile che risalgono alla prima decade del nuovo millennio.
Il viaggio delle Gru nelle città di agata

Il romanzo narra la magica storia di un libraio che, nell’era delle Crociate, intraprende un viaggio attraverso le grandi città medievali del mondo islamico, un percorso che parte dall’Arabia per dirigersi verso nord e verso ovest fino all’Andalusia, attraverso le capitali del mondo arabo dell’XI secolo, sotto la dominazione degli indeboliti Abbasidi a Baghdad, dei Fatimidi al Cairo e delle fazioni in guerra durante il periodo dell’egemonia islamica in Spagna.
Nello stile epico dei grandi esploratori arabi e scrittori di viaggi del Medioevo, Mazid Al-Najdi al-Hanafi, uno scriba e libraio nato nel villaggio di Hijr Al-Yamama, nella Penisola arabica, racconta il suo lungo viaggio, che lo porta da un remoto villaggio nel deserto arabo alle famose capitali culturali del periodo: Baghdad, Gerusalemme, Il Cairo, Granada e Cordoba.
La passione del protagonista per il sapere lo spinge a entrare in una società segreta di contrabbandieri di libri, e lo induce a scoprire il nuovo e pericoloso mondo delle idee che circolano nell’età dell’oro della cultura islamica, con le sue diversità, correnti religiose, sette, scuole filosofiche, guerre, e differenti stili di vita.
La sapiente narrazione di Umayma al-Khamis, con le sue vivide descrizioni di tempi e luoghi, traccia un affascinante percorso attraverso città e culture antiche, immergendoci in un’epoca lontana, nel cuore di dibattiti e dispute intellettuali attuali ancora oggi.
Il viaggio delle gru nelle città di agata è ambientato nel IV secolo del calendario dell’Egira (XI secolo d. C.), un periodo caratterizzato da un grande fermento intellettuale e spirituale, in un panorama culturale dominato dalla presenza della Casa della Sapienza di Baghdad, con la sua grandiosa biblioteca e il suo osservatorio astronomico.
Il mondo islamico è in costante trasformazione e transizione tra dinastie e gruppi politici e religiosi, mentre le guerre civili e i conflitti tormentano la regione araba.
A Baghdad, Mazid scopre che, se molte persone condividono il suo amore per il sapere contenuto nei libri, altri lo equiparano alla blasfemia. Libri e manoscritti di grandi pensatori, come Al-Mutanabbi, Al-Isfahani, Abu Hayan, Al-Kindi, Ibn Haytham, i filosofi greci e altri, sono minacciati di essere bruciati e di andare perduti per sempre. Mazid si assume allora il compito trasportare in segreto i libri da Baghdad a Gerusalemme e dal Cairo in Andalusia, per preservare e diffondere la conoscenza delle opere scientifiche e filosofiche che si è impegnato a proteggere.
Il romanzo è estremamente interessante. In primo luogo, narra la storia di un viaggio meraviglioso, ricco delle avventure vivaci di Mazid, soffermandosi sui molti problemi che il protagonista deve affrontare, descrivendo gli sconvolgimenti politici e religiosi dell’epoca, riportando le numerose storie che i vari personaggi raccontano, trattando dei problemi dei viaggi nell’undicesimo secolo e dell’impegno profuso nell’intento di consegnare i suoi libri ai destinatari.
Due temi fondamentali attraversano l’opera.
Il primo tema consiste semplicemente nella passione per la cultura e lo studio, cui si affianca l’impegno di proteggere i volumi e diffondere la conoscenza in tutto il mondo islamico, in un periodo in cui tanta parte del sapere del mondo classico, in particolare greco, ci è stato tramandato solo perché il mondo islamico lo ha preservato. Mazid e i suoi compagni di viaggio sono desiderosi di assicurarsi che i libri siano conservati e trasmessi alle altre zone del mondo islamico, e che l’apprendimento del sapere sia garantito alle generazioni future.
Il secondo tema chiave è l’idea del valore della tolleranza e comprensione fra genti diverse per origini, religione, cultura. Mazid sottolinea come le persone sembrino essere più tolleranti a Gerusalemme che a Baghdad, anche se, quando arriva in Egitto e poi a Cordoba, riappare il fenomeno dell’intolleranza.
Il fascino del romanzo è legato alla storia di un’epoca di cui i più sanno ben poco. La lettura di questo libro focalizza l’attenzione del lettore non solo sulla storia del Vicino Oriente islamico e sulla sue città (Baghdad, Bassora, Gerusalemme, Il Cairo, Kairouan, Almería, Granada e Cordoba) ma anche sulle varie questioni religiose e politiche che caratterizzano il periodo trattato, affrontando le questioni con il dovuto approfondimento, senza mai annoiare il lettore.
Il modo in cui Umayma al-Khamis riesce a cogliere lo spirito dell’epoca ricorda quello del grande autore francese di origine libanese Amin Maalouf che, con le sue descrizioni vivide, la narrazione incredibilmente dettagliata e la vibrante leggerezza dello stile, è in grado di rievocare un’epoca davanti agli occhi del lettore. Attraverso Mazid, un uomo dotato di scarsi mezzi ma di un grande cuore, l’autrice affascina il lettore con un racconto epico che esplora la storia medievale e i suoi protagonisti.
Sullo sfondo del viaggio, l’opera si delinea anche come un romanzo di formazione, descrivendo la graduale maturazione del protagonista. Mentre il mondo che lo circonda cambia rapidamente, Mazid, il ragazzo che sogna immense biblioteche in cui smarrirsi, perde infatti l’innocenza della giovinezza e diventa un uomo adulto, pur sempre guidato dal desiderio di conoscenza.
Rispondi