Recensione di Federica Pistono
Amir Tag Elsir è nato a Karmakul, nel Nord Sudan, nel 1960. Ha seguito contemporaneamente due carriere: quella di scrittore, con romanzi e poesie tradotti in francese, inglese, spagnolo e italiano, e quella di ginecologo. Dalla metà degli anni Novanta, vive e lavora come medico e scrittore a Doha, in Qatar.
L’autore, una delle voci più rappresentative della letteratura sudanese e uno dei più rispettati scrittori di lingua araba, è poeta fin dagli anni Ottanta. Il suo romanzo d’esordio, Karmākūl, dedicato al proprio villaggio natale, risale al 1988. La notorietà gli giunge nel 2002 con Mahr al-Ṣiyāḥ (Grida in dote), un affresco della storia sudanese del XVIII secolo, e con al-ʻIṭr al-Faransī (Profumo francese), del 2009, una raffigurazione del quartiere popolare di una grande città africana, con suoi personaggi caratteristici ma anche con i suoi giganteschi problemi, come la corruzione, la dittatura, la miseria, l’intolleranza religiosa. Nel 2011, il romanzo Ṣā’id al-yarqāt (Il cacciatore di larve) è selezionato nella shortlist del prestigioso Arabic Booker Prize: l’opera è solo apparentemente un romanzo poliziesco, è in realtà una satira sociale sugli intellettuali nei regimi polizieschi dei paesi arabi. Nel 2012 segue Iybūlā 76 (Ebola 76), descrizione venata di umorismo nero di un’epidemia tra il Congo e il Sudan. Nel 2014, il romanzo 366 si classifica nella longlist dell’Arabic Booker Prize: l’opera si configura come una lettera d’amore scritta da un uomo a una donna intravista al matrimonio di un parente. Affascinato dalla sconosciuta, il protagonista comincia a cercarla, perdendosi in un labirinto surreale. Nel 2015, è pubblicato il romanzo al-Ṭaqs (tradotto in inglese come Telepathy) opera incentrata sul rapporto tra immaginazione e realtà, insignito del Saif Ghobash Banipal Prize (2016). Nel 2018, ancora una volta un romanzo dell’autore viene scelto nella shortlist dell’Arabic Booker Prize, Zuhūr tākuluhā al-nār (Fiori divorati dal fuoco) dedicato al tema delle giovani donne che cadono nelle mani dei jihadisti e subiscono il fato dei fiori bruciati dalle fiamme.

In breve:
Uno scrittore sudanese inizia a sospettare che lo stravagante personaggio di un suo recente romanzo assomigli – in modo inquietante e terrificante – a una persona reale che non ha mai incontrato. Dal momento che nel romanzo ha condannato questo personaggio a una morte prematura, lo scrittore vorrebbe cercare di salvare l’uomo da un destino crudele.
Amir Tag Elsir accompagna i lettori in un pauroso viaggio attraverso la mente instabile di un protagonista che perde il controllo sulle proprie creazioni e il senso della realtà. Ambientato in una Khartoum dal doppio volto- la vivace capitale sudanese e la megalopoli dalla periferia abbandonata e misera – il romanzo si incentra sull’indefinibile e misterioso rapporto tra immaginazione e realtà.
Telepatia è un romanzo insolito, dal ritmo serrato e avvincente, volto a esplorare i confini, a volte sfocati e confusi, tra realtà e fantasia, il potere delle parole sulla realtà e i pericoli inaspettati della professione di scrittore. Come l’autore, il protagonista è uno scrittore sudanese che racconta la storia in una convincente narrazione in prima persona, attirando il lettore nei meandri tortuosi della sua mente.
Il protagonista è dunque uno scrittore di successo, che ha pubblicato molti romanzi famosi, ispirandosi spesso, per i suoi personaggi, alle persone reali che incontra, viaggiando all’estero in cerca di nuove illuminazioni, evitando però di raccontare, nei suoi libri, esperienze direttamente autobiografiche. Nessun individuo reale si è mai riconosciuto in uno dei suoi personaggi.
Lo scrittore dichiara infatti: “Anche quando traggo ispirazione dalla realtà, non la descrivo così com’è, la cambio in modo che non ferisca nessuno. Non permetto alla realtà di affermare il suo dominio”.
Lo scrittore crede di avere il controllo sulla sua vita fino al giorno in cui il personaggio principale del suo ultimo romanzo, Le speranze della fame, appare alla presentazione del libro e richiama la sua attenzione. Da quel momento in poi, lo scrittore sente la situazione sfuggirgli di mano e trova sempre più difficile distinguere la realtà dall’immaginazione.
Si trova, infatti, di fronte un uomo reale, Nishan Hamza Nishan, identico in tutto e per tutto al personaggio inventato, perfino nel nome e cognome. Per ironia della sorte, Nishan è uno schizofrenico, esattamente come il personaggio. A peggiorare le cose, l’autore scopre che Nishan è affetto da un male incurabile, proprio come il personaggio immaginario.
Sulle prime, l’autore è sconcertato, e sospetta che Nishan possa essere un imbroglione. Ma poi, dopo qualche verifica, si convince della buona fede dell’uomo.
La scoperta della malattia pone lo scrittore di fronte a un doppio enigma: come è possibile che si sia verificato un fatto così inquietante? È possibile mutare il destino di Nishan? Riscrivendo nuovamente la storia di Nishan, lo scrittore può salvargli la vita?
La soluzione di questi enigmi comporta una ricerca interiore estremamente approfondita, da parte dello scrittore. Una ricerca che spinge il protagonista a esplorare molte zone diverse di Khartoum, quartieri eleganti e sobborghi degradati, come la zona miserabile abitata da un gruppo di occupanti abusivi, nel bel mezzo di un quartiere in costruzione, in cui vive Nishan. La sua ricerca lo conduce fino all’interno di un ospedale psichiatrico.
Accanto alle ricerche legate alla persona e al destino di Nishan, lo scrittore è costantemente immerso nella sua vita privata, un’esistenza particolarmente complessa ed esuberante, che lo pone a contatto con persone e situazioni di ogni genere. Gran parte del fascino di questo romanzo sta proprio nella descrizione del trambusto che circonda lo scrittore e degli incontri insoliti e bizzarri che gli capitano, situazioni che Elsir gestisce con la consueta maestria.
Nella folla di personaggi marginali e intriganti che circondano lo scrittore, figurano Najma, giovane scrittrice di belle speranze che chiede consigli al protagonista sperando di sposarlo; Umm Salama, la balia che l’ha accudito nell’infanzia e che si prende ancora cura di lui; un drammaturgo di nome Abdel Qawi, soprannominato l’Ombra, e la sua misterosa figlia Linda; infine, Hajj Al Bayt, l’imam della baraccopoli in cui vive Nishan.
Sebbene scettico su tali fenomeni, il protagonista ipotizza, a un certo punto, che Nishan gli abbia inviato la sua storia tramite la telepatia. Si convince sempre più di questa trasmissione telepatica, specialmente quando ricorda con quanta rapidità abbia scritto il romanzo, guidato da una potente ispirazione.
Altre esperienze focalizzano l’attenzione dello scrittore sulla mescolanza di realtà e finzione, sul potere delle parole e delle immagini selezionate per creare nuove realtà. L’opera, incentrata sul rapporto tra immaginazione e realtà, si trasforma, a questo punto, in un pauroso viaggio nella mente instabile del protagonista, in una Khartoum dal doppio volto di vivace capitale e di metropoli dalla periferia abbandonata e misera.
I due protagonisti non potrebbero essere più diversi: lo scrittore è colto e brillante, appartiene alla classe agiata, abita in una zona ricca ed elegante della città, mentre Nishan ha imparato a leggere e scrivere solo in età adulta, indossa jellaba e turbante, ha i denti macchiati dal tartaro, vive nei bassifondi. Eppure, sono figure speculari, l’uno il doppio e l’alter ego dell’altro, uniti da uno stesso flusso di coscienza e immaginazione. La comunicazione telepatica tra i due personaggi, il tema del doppio, il senso di attesa e paura suscitato dall’imminenza del loro incontro, mantengono alta la tensione e viva l’attenzione del lettore.
Gli sforzi dello scrittore per scoprire tutta la verità su Nishan si interrompono quando quest’ultimo scompare. Il protagonista, però, non riesce a lasciarlo al suo destino, continua anzi a cercarlo e a rimuginare sulle incredibili circostanze verificatesi, sull’enigma che “va avanti barcollando, senza soluzione”.
La storia, come molti libri di Elsir, si conclude con alcuni colpi di scena e un finale a sorpresa.
Il romanzo è ricco di riferimenti ai problemi del Sudan moderno: le deplorevoli condizioni di vita dei poveri, i migranti in fuga dalle carestie e dalle guerre, l’incuria e l’arroganza del governo, gli arresti arbitrari, il fanatismo religioso. Il romanzo è popolato da molti personaggi affascinanti, intelligenti, creativi, e da altri astuti e malvagi. Tutti sono influenzati dagli aspetti positivi e negativi della globalizzazione, ma la maggior parte di loro cerca di accedere ai suoi aspetti più superficiali.
Pur trattando aspetti drammatici, come la miseria che affligge gran parte della popolazione sudanese, l’autore descrive la realtà attraverso la lente dell’umorismo nero, rendendone la lettura sempre avvincente e piacevole.
I temi trattati, come il viaggio nella psiche del protagonista, la telepatia, il rapporto realtà-fantasia, pongono l’opera alla confluenza di diversi generi letterari: il romanzo intimistico e psicologico, il thriller, il romanzo drammatico.
Anche se Nahrain al-Mousawi, nella sua recensione del romanzo[1], ha osservato che il tema del doppio e la problematica della telepatia avrebbero potuto essere meglio approfonditi dall’autore, ritengo che l’originalità delle tematiche, le descrizioni di un universo collocato ai confini tra mondo arabo e mondo africano, la verve e la credibilità dei personaggi, la trama incalzante, rendano comunque l’opera estremamente interessante e godibile.
[1] N. al-Mousawi, Qantara, december 2016.
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