Fonte Arablit
Traduzione dall’inglese a cura di Alessandra Amorello
22 Febbraio 2022 – di Marcia Lynx Qualey
22 FEBBRAIO 2022 —è stato annunciato ieri il nome di Fatima Sharafeddine, celebre e prolifica autrice libanese, tra la rosa dei sei autori finalisti del prestigioso Hans Christian Andersen Award 2022. Gli altri finalisti sono: Marie-Aude Murail dalla Francia, María Cristina Ramos dall’Argentina, Peter Svetina dalla Slovenia, Annika Thor dalla Svezia e Margaret Wild dall’Australia.
La giuria internazionale del premio è composta da dieci membri tra cui il presidente Junko Yokota (Stati Uniti), Antoine Al Chartouni (Libano), Marilar Aleixandre (Spagna), Evelyn Arizpe (Messico/Regno Unito), Mariella Bertelli (Canada), Tina Bilban (Slovenia), Viviane Ezratty (Francia), Jiwone Lee (Corea del Sud), Robin Morrow (Australia), Jaana Pesonen (Finlandia) e Cecilia Repetti (Argentina). Liz Page ha svolto la mansione di Segretario di Giuria.
Secondo gli organizzatori, i criteri utilizzati per valutare le candidature includono “la qualità estetica e letteraria” nonché la “freschezza e l’originalità del corpus di opere”. I membri della giuria, che al momento stanno valutando l’intero corpus di opere degli autori, sono alla ricerca della “capacità di scorgere il punto di vista del bambino” e della “continuità dell’impegno nella realizzazione di opere per bambini e giovani adulti”.
Inoltre, è stata annunciata una rosa internazionale di illustratori: Beatrice Alemagna dall’Italia, Ryoji Arai dal Giappone, Iwona Chmielewska dalla Polonia, Gusti dall’Argentina, Suzy Lee dalla Repubblica di Corea e Sydney Smith dal Canada.
I due vincitori verranno proclamati lunedì 21 marzo alla Conferenza Stampa IBBY 2022 durante la fiera del libro per ragazzi di Bologna (Bologna Children’s Book Fair).
Sharafeddine appartiene alla nuova corrente di letteratura araba per l’infanzia, che ha preso avvio nei primi anni di questo secolo, e da allora ha pubblicato più di 130 libri per giovani lettori. Nata a Beirut, è cresciuta in luoghi diversi a causa della guerra civile libanese. Dopo aver studiato letteratura araba e letteratura per l’infanzia negli Stati Uniti, si è trasferita con il marito e i due figli a Bruxelles, in Belgio, nel 2001, e ha deciso di dedicarsi alla letteratura per ragazzi.

Nell’intervista rilasciata ad Alice Guthrie nel 2011, ha dichiarato:
“Quando i miei figli erano piccoli, andavamo in Libano e cercavo di comprare loro dei libri in arabo, ma puntualmente non trovavo nulla di paragonabile ai libri che circolavano negli Stati Uniti; poter dire loro “Guarda, è un libro arabo”, mi avrebbe resa orgogliosa. Ho deciso di iniziare a scrivere per bambini in quel frangente, quando ho capito che nel mondo arabo la letteratura per l’infanzia si basava essenzialmente su pubblicazioni/traduzioni non progettate con cura. Gli editori, in generale, non erano a conoscenza delle caratteristiche di base che un libro per bambini deve avere. Occorreva sviluppare questo genere letterario nei paesi arabi, quindi ho deciso di agire. Il mio background come specialista in educazione della prima infanzia e la mia propensione naturale nei confronti della scrittura sono stati i fattori che hanno posto le basi per iniziare a pubblicare le mie storie.
Non voglio davvero educare nessuno con le mie storie. Non è mia intenzione trasmettere messaggi specifici attraverso i libri che pubblico, ma ovviamente in ogni libro c’è un messaggio, che lo voglia o no. Credo che quando si scrive la tecnica migliore sia essere onesti. Gli scrittori devono attingere dalla propria infanzia e dai propri ricordi. Fondamentalmente è così che scrivo: attingo da ciò che vedo, e mi relaziono con la bambina che sono stata. Penso che questo sia l’espediente giusto: essere un bravo scrittore per bambini è essere un bambino stesso, scrivere da quella prospettiva, dal punto di vista del bambino. Se si è in grado di farlo, ciò rifletterà non solo nelle idee ma anche nel registro linguistico adoperato in fase di scrittura”.
Sharafeddine non è soltanto un’acclamata autrice, ma tiene anche seminari sulla scrittura per i giovani. Ha iniziato a scrivere libri illustrati per bambini alla fine degli anni ’90 e ha pubblicato il suo primo romanzo per giovani adulti, Faten, nel 2010, quando ha vinto il premio Best Book alla fiera internazionale Beirut International Book Fair. Da allora, il romanzo è stato tradotto in diverse lingue e l’autrice ha scritto altri romanzi per ragazzi e giovani adulti, tra cui Ghady & Rawan, Cappuccino e Mila’s Pear.
In occasione di un evento del 2020, come riporta Yasmine Motawy, la Sharafeddine ha parlato delle sfide per gli autori contemporanei di letteratura araba per l’infanzia e giovani adulti, osservando che gli editori erano riluttanti nel pubblicare contenuti che “alterano i canoni del genere letterario, o che infrangono le regole grammaticali, o inseriscono termini colloquiali in un testo che generalmente viene redatto in fusha (arabo classico)”.
Secondo l’autrice ciò avviene perché il mercato più redditizio per la letteratura araba per l’infanzia è attualmente quello delle scuole.
Molte opere della Sharafeddine sono state tradotte in diverse lingue, fra cui l’inglese. Tra i libri tradotti figurano gli albi illustrati della popolare serie Mimi e le opere su personaggi storici come Ibn Battuta e Ibn Sina; il suo romanzo per ragazzi Ghady & Rawan (scritto con Samar Mahfouz Barraj); e il suo romanzo per giovani adulti Faten.
Per approfondire:
#TranslateThis YA: An Excerpt of Fatima Sharafeddine’s Award-winning ‘Cappuccino’
Interviste:
In conversation with Alice Guthrie (2011)
A talk with Mona Elnamoury (2012)
On ‘Throwing Aside Self-censorship’ When Writing YA Novel ‘Cappuccino’ (2017)
A talk with Alessandra Amorello (2022)
Inoltre:
Fatima Sharafeddine ha partecipato alla nostra serie “Rules for Translators” nel 2010.
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