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La Palestina nella letteratura araba per l’infanzia

Articolo di Alessandra Amorello

La letteratura araba per l’infanzia sembra muovere le prime mosse in Egitto, grazie al lavoro di traduzione di Rifa’a al-Tahtawi o alle opere di Ahmad Shawqi e Kamel Keilany. Eppure, la Palestina ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’editoria araba destinata ai giovani lettori e alle giovani lettrici.

La studiosa Mathilde Chèvre nel suo libro Il pulcino non è un cane sostiene che siano proprio gli eventi palestinesi a dare una spinta a questo genere letterario. Dopo la naksa del 1967, che segna una seconda perdita per la Palestina già martoriata dalla nakba del 1948, intellettuali ed illustratori sono impegnati nella creazione di libri per ragazzi nel tentativo di costruire una società migliore. A partire dagli anni ’70 si assiste dunque a una nahda, un “rinascimento” dell’infanzia in risposta alla crisi dovuta alla contingenza sociale.

Nel 1974 viene fondata a Beirut la casa editrice Dar El Fata Al Arabi con l’intento di dar voce alla causa palestinese attraverso opere per l’infanzia che “invitano apertamente alla lotta armata per riappropriarsi della casa, della terra, della dignità dei palestinesi, e quindi di tutti gli arabi”[1].

Lo stesso Ghassan Kanafani, considerato uno degli intellettuali più significativi nel panorama della letteratura palestinese, riconosce l’importanza di questo genere letterario e ne contribuisce alla diffusione con due opere postume pubblicate proprio dalla Dar El Fata Al Arabi. Si tratta di “Aṭfāl Ghassān Kanafānī” I bambini di Ghassān Kanafānī, una raccolta di racconti che mettono in luce le difficili condizioni di vita dei bambini o dei giovani protagonisti e “al-Qandīl al-ṣaghīr”, La Piccola lanterna, una fiaba creata per la nipotina Lamis[2].

Nel 1989 nasce l’Istituto Tamer, un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro fondata a supporto della comunità palestinese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, con lo scopo di incoraggiare la lettura e le opere per bambini e giovani.

Nel 2009 viene creata la Warshah Filastin lil-Kitab di Ramallah, per sostenere economicamente i progetti letterari e artistici dedicati al mondo dell’infanzia.

Dopo l’esperienza di Dar El Fata Al Arabi, che chiude nel 1993, la pubblicazione di libri in cui giovani protagonisti sono coinvolti nelle dinamiche di un conflitto ha un recente sviluppo in questo genere letterario. Tale sviluppo rientra in una più ampia diffusione di opere basate su tematiche sociali e in un certo senso lo stile di Kanafani anticipa tale tendenza.

La letteratura palestinese per l’infanzia prolifica di opere che spaziano dagli albi illustrati ai romanzi per ragazzi e giovani adulti.

Molte pubblicazioni di autrici e autori palestinesi non sono state ancora tradotte in lingua italiana, malgrado alcune siano già disponibili in lingua inglese, fra queste citiamo, in un breve elenco che non intende essere esaustivo:

Attualmente, le opere disponibili in lingua italiana sono:

La piccola lanterna di Ghassan Kanafani a cura di S. Lambertini, Edizioni Q, 2016, traduzione di Wasim Dahmash.

Contro corrente Storia di una ragazza “che vale 100 figli maschi” di Taghred Najjar, Giunti Editore, 2018 traduzione di Leila Mattar.

La storia del segreto dell’olio di Walid Daqqa, Atmosphere libri, 2020, traduzione di Federica Pistono.

L’amico scomparso di Nahla Ghandour, Gallucci Editore, 2020, traduzione di Isabella Camera d’Afflitto.

Pensa agli altri di Mahmud Darwish, Lorusso Editore, 2023, traduzione di Alessandra Amorello (disponibile da novembre).


[1] M. Chèvre, Il pulcino non è un cane. L’editoria araba per l’infanzia come specchio della società, op. cit. pp. 135 – 136.

[2] Cfr. A. Amorello https://www.anbamed.it/2023/07/31/finestra-sulle-rive-arabe-i-bambini-di-ghassan-kanafani/

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