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La sposa della pioggia, uno spaccato di vita kuwaitiana

Recensione di Barbara Benini

Buṯayna Al-‘Issā nasce il 3 settembre 1982 in Kuwait, dove nel 2011 consegue la Laurea Magistrale in Finanza e Servizi Finanziari presso la Facoltà di Scienze Amministrative. È la fondatrice di Takween[1], una piattaforma di scrittura creativa, casa editrice e libreria.

La sua carriera di scrittrice è incominciata negli anni dell’università e infatti nel 2003 vince l’annuale competizione letteraria organizzata dall’Ente per la Gioventù e lo Sport del Kuwait, oltre a ottenere il terzo posto nel Premio Letterario Shayḫa Basma Mubārak Al-Sabāḥ, per la sezione racconti, dedicato ai giovani scrittori emergenti. Nel 2004 pubblica il suo primo romanzo, ma la consacrazione ufficiale arriva l’anno dopo con Su‘ār (Frenesia), che vince il Premio Nazionale di Incoraggiamento. Nel 2006 pubblica ‘Arūs al-Maṭar (La sposa della pioggia);nel 2009 esce Taḥt ’Aqdām al-’Ummihāt (Sotto i piedi delle madri) e nel 2012 ‘Aiša tanzil ’ilā al-‘Ālam al-Sufliyy (Aisha scende nel sottomondo), entrato nella long list della categoria giovani autori del Premio Shayḫ Zayyed 2013[2]. Nel 2019 la Casa Editrice Hoopoe Fiction ha pubblicato la traduzione in inglese del suo romanzo All that I want to forget[3](Kullu al-’Ašiyā’). Il suo ultimo romanzo, Al-Sindibād al-’A‘mā (Sindbad cieco), uscito nel settembre 2021, è ambientato in Kuwait e tratta dell’invasione irachena del paese e delle sue conseguenze sulle varie generazioni.

‘Arūs al-Maṭar (La sposa della pioggia) – pubblicato a Beirut dall’editore Arab Scientific Publishers Inc.[4] – è stato ampiamente acclamato dalla critica per il profondo interesse per le problematiche sociali che affliggono la società kuwaitiana e lo stile poetico che lo contraddistingue. Nel titolo stesso si racchiude il tema principale del romanzo, ovvero il matrimonio.

’Asmā’, la protagonista, ha ventisei anni ed è una ragazza molto infelice, si sente brutta e abbandonata. Sette anni prima il padre ha preso, contemporaneamente, tre mogli dalle quali ha avuto una quindicina di figli che lei quasi non conosce, mentre sua madre se n’è andata in Giordania. La ragazza, contrariamente alla consuetudine, decide di vivere da sola all’ultimo piano del palazzo dove il padre risiede con le altre mogli e i figli, mantenuta dal genitore che mensilmente le passa una piccola rendita. ’Asmā’ ha anche un fratello gemello, Osama, che si prende cura di lei, ricoprendola di attenzioni e cercando in tutti i modi di risvegliarla dalla sua apatia. Così ’Asmā’ per dare una svolta alla monotonia della vita quotidiana, decide di intraprendere un progetto che a parer suo le rivoluzionerà l’esistenza, cioè scrivere la biografia della sua insegnante delle superiori, con la quale ha mantenuto un forte rapporto di amicizia, idealizzandola a simbolo dell’emancipazione femminile. Non aggiungerò altro della trama, per non svelare il finale ad effetto, che lascia il lettore letteralmente di stucco.

La sposa della pioggia, uscito per la prima volta nel 2006 e ripubblicato, nella seconda edizione, nel luglio del 2012, ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica, evidenziando ancor più le peculiarità stilistiche di Al-‘Issā e il suo talento di scrittrice, come rilevato dai numerosi articoli di apprezzamento usciti sulla stampa araba. Come evidenziato da George Juha (Arab Reuters), la caratteristica di Al-‘Issā sta nella capacità di partire dalle piccole cose della monotonia quotidiana – i sacchetti di patatine, i vestiti sporchi, i blister vuoti – per arrivare ad analizzare con lo stile poetico, quasi mistico, che la contraddistingue, le problematiche esistenziali dei personaggi dei suoi romanzi, sviscerandone le contraddizioni e, nel caso di ’Asmā’, la follia, senza mai risultare banale o superficiale[5]. Leggiamo sulla rivista saudita “Nabaduna”: “L’elemento sorprendente che accomuna tutti i suoi meravigliosi e avvincenti romanzi, consiste nel costringere il lettore a leggerli fino alla fine, sperando che non arrivi mai… e quando essa arriva è sempre diversa da quello che ci si aspettava.”[6]. Sulla rivista egiziana indipendente “25 Yanayr”, in occasione dell’uscita della seconda edizione de La sposa della pioggia, Sadiq Al-Hakim colloca Buṯayna Al-‘Issā tra le esponenti della “generazione del rinascimento cultural letterario kuwaitiano”, definendola “un fiume creativo in piena” e rilevando un’evoluzione nell’approccio stilistico alle problematiche sociali tipiche del suo paese, rispetto ai suoi due romanzi precedenti: ogni elemento di critica o riflessione è filtrato dalla mente della protagonista, che costituisce anche il narratore onnisciente dell’intera vicenda, instaurando quindi con il lettore un rapporto più intimo, empatico e diretto[7]. Un altro elemento importante e innovativo del romanzo La sposa della pioggia riguarda il rapporto dell’io femminile con il proprio corpo e il suo aspetto esteriore, base del costante senso di inadeguatezza provato dalla protagonista[8]. La riflessione fatta da ’Asmā’ sulla sua Barbie – la famosa bambola americana in compagnia della quale ogni bambina trascorre la propria infanzia nella convinzione, prima o poi, di assomigliarle – rende ancora più universale il messaggio di Al-‘Issā, volto a spingere il lettore a riflettere su come i simboli e i modelli della cultura occidentale abbiano ormai permeato anche lo stile di vita dei paesi del Golfo. A tal proposito, Sulayman Al-Fahed, sul settimanale “Okaz”, afferma di provare, come uomo, quasi un senso di dispiacere e pena, nei confronti delle donne che, costrette da canoni di bellezza prettamente maschilisti, si rivolgono alla chirurgia estetica per sembrare eternamente delle “quattordicenni”, a conferma che la Issa ha colpito nel segno[9].

A tali temi si lega anche un altro aspetto presente ne La sposa della pioggia,importante, soprattutto, per le società mediorientali e cioè il nubilato[10]. Le tristi conseguenze di natura psicologica e il suo effetto, a livello sociale, per una ragazza che ha raggiunto l’età di ventisei anni, sono dirompenti. La famiglia di ’Asmā’ è seriamente preoccupata per lei perché il tempo passa e non si è ancora sposata, infatti Wasmiya, una delle sue tre matrigne, la costringerà a partecipare a una festa di matrimonio per mettersi in mostra, perché lì ci saranno tutte le future e possibili suocere a caccia di una sposa per i loro figli maschi.

Al-‘Issā, tuttavia, affonda ancor più la lama, quando ’Asmā’, che odia cucinare, si rende conto che aggiungendo alla sua zuppa un ingrediente artificiale come il dado, anche una pessima cuoca come lei si trasforma in un’abile chef, il che la porta a riflettere sulla finzione che si nasconde dietro l’apparente efficienza femminile, frutto della frenesia dello stile di vita contemporaneo che obbliga ogni donna a dover correre costantemente verso una meta, il più delle volte raggiungibile solo tramite l’inganno, il dado appunto.

Da ultimo è importante sottolineare, come fa Badr Al-Rashed, la rilevanza che l’autrice dà alla cultura, in generale, e nello specifico alla scrittura, come mezzo tramite il quale realizzare se stesse, dando la possibilità alla propria anima di entrare in contatto con l’io più profondo che vive nascosto dentro ognuna di noi e liberandolo così dalle costrizioni del mondo reale[11].

La sposa della pioggia è un romanzo estremamente interessante per lo stile narrativo poetico, e quasi onirico, con cui vengono presentate le vicende esistenziali della protagonista e per il modo innovativo con cui Al-‘Issā affronta questioni di genere, non esclusivamente legate alle società mediorientali, ma a carattere molto più universale, avvicinandosi quindi al lettore, toccandolo nel suo intimo e facendolo riflettere con il sarcasmo e l’ironia sottile che la contraddistinguono.


[1] https://takweenkw.com/

[2] http://www.khaleejtimes.com/nation/inside.asp?xfile=/data/nationgeneral/2013/January/nationgeneral_January132.xml&section=nationgeneral

[3] https://hoopoefiction.com/book/all-that-i-want-to-forget/

[4] https://www.neelwafurat.com/itempage.aspx?id=lbb215271-189001&search=books

[5] http://www.qamat.org/909vb/showthread.php?t=2395

[6] http://ourbeat.tumblr.com/page/4

[7] http://www.25yanayer.net/?p=45733

[8] http://www.sahafi.jo/arc/art1.php?id=83c8e8d39d409f564d0f389232ad87ecb92bde44

[9] http://www.okaz.com.sa/okaz/osf/20070316/Con2007031695509.htm

[10] http://www.bothayna.net/home/do.php?qsm_id=11&mqal_id=214

[11] http://www.okaz.com.sa/okaz/osf/20070316/Con2007031695509.htm

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